RASSEGNA STAMPA

IL SECOLO XIX - Il PM Zucca lascia la Procura

Genova, 18 gennaio 2010

Genova, il pm Zucca lascia le inchieste
cambia ruolo. ha seguito i casi bilancia, delfino e g8

Il sostituto procuratore Enrico Zucca lascia la Procura di Genova per diventare sostituto procuratore generale, sempre nel capoluogo ligure.
Zucca, pm dei casi Bilancia, Delfino e del G8, è uno dei magistrati simbolo della Procura soprattutto per i contrasti che la sua attività ha generato nel tempo.

Il pm Zucca lascia la procura
il cambio di mansione è ufficiale
Il magistrato che ha indagato sul serial killer Bilancia e sul G8 sarà trasferito

L'UFFICIALITÀ è arrivata nei giorni scorsi attraverso la rete, su cui viaggiano anche le decisioni del Consiglio superiore della magistratura. 
Il sostituto procuratore Enrico Zucca lascia la Procura di Genova. È stato lui a chiederlo, dopo quindici anni di lavoro al nono piano del palazzo di giustizia, dopo essere stato pretore prima e poi uno dei sostituti negli uffici della ex procura circondariale. Il pm Zucca lascia per salire di due piani: quando il trasferimento sarà operativo, cioè entro i prossimi sei mesi, diventerà sostituto procuratore generale. Sempre a Genova. Si occuperà dei processi di appello e delle inchieste che sono affidate al più alto organo inquirente del distretto (la cui giurisdizione va da Massa a Ventimiglia).
È un passaggio a suo modo storico per la Procura genovese, essendo Zucca uno dei magistrati simbolo con le sue luci e le sue ombre. Anzi, un simbolo soprattutto grazie ai contrasti che la sua attività ha generato nel tempo.
Enrico Zucca è il pm che raccolse la confessione fiume di Donato Bilancia, una notte di maggio del 1998, dopo aver condotto le tormentate indagini sui delitti del serial killer di Genova: diciassette omicidi tradotti dalla giustizia in tredici ergastoli.
Zucca è anche il pm delle inchieste contro la polizia per i fatti del G8, fianco a fianco con i pm Francesco Albini Cardona, Vittorio Ranieri Miniati, Patrizia Petruzziello. Ma nessuno come lui, come sa chi frequenta da anni il piano della Procura da sponde anche avverse, ha sentito sulla sua pelle le lacerazioni prodotte dallo scontro diretto con alcuni appartenenti alla Polizia di Stato, anche ai vertici. La più clamorosa delle inchieste è quella che ha portato sul banco degli imputati l'ex capo della polizia Gianni De Gennaro, recentemente assolto dall'accusa di aver istigato alla falsa testimonianza l'ex questore di Genova Francesco Colucci, nell'ambito del processo Diaz.
Al nome di Zucca in questi ultimi anni non può non legarsi quello di un altro killer: Luca Delfino, a processo per l'omicidio di Luciana Biggi, avvenuto nei vicoli di Genova, in carcere per aver ucciso, quando era indagato a piede libero, un'altra sua ex, Antonella Multari, nel centro di Sanremo. Sull'opportunità di arrestare Delfino, si è consumato uno scontro senza precedenti con l'ex capo della squadra mobile Claudio Sanfilippo. E da quello scontro sono nate ispezioni ministeriali, minacce al pm (poi messo per alcuni mesi sotto scorta). Da quel contrasto peròè scaturita, forse imprevista, anche una conseguenza da tutti considerata senza dubbio positiva: l'introduzione nell'ordinamento italiano del reato di stalking (le minacce persecutorie) che ha fornito alle forze di polizia e alle procura uno strumento finalmente utile nel perseguire comportamenti fino ad allora gravissimi ma difficilmente contrastabili.
Il trasferimento di Enrico Zucca arriva al culmine di un periodo di grande trasformazione nel tribunale di Genova. Si sono da poco conclusi gli avvicendamenti in seno agli uffici cosiddetti "giudicanti" e numerosi magistrati del Riesame o dell'ufficio dei giudici delle indagini preliminari si sono dati il cambio.
In Procura, all'arrivo ormai assorbito di due nuovi pm, Stefano Puppo e Alessandro Bogliolo, e dell'aggiunto Vincenzo Scolastico, e alla partenza di Anna Canepa per la direzione centrale antimafia, segue ora il trasferimento di Zucca. Nello stesso contesto il Csm trasferirà nei prossimi mesi un altro pm, il sostituto procuratore Francesca Nanni, pm della direzione distrettuale antimafia, noto alle cronache, tra l'altro, per le inchieste sulla mafia albanese in Liguria e per la tribolata inchiesta sul reclutamento di Fabrizio Quattrocchi, il bodyguard ucciso in Iraq dalle Brigate verdi di Maometto. Il pm Nanni diventerà procuratore capo della Repubblica a Cuneo, un ufficio non secondario con una squadra di otto sostituti procuratori.

Graziano Cetara